giovedì 13 maggio 2010

Medusa

Amo ascoltare artisti poco conosciuti, di cui solitamente i miei coetanei ignorano l’esistenza. Questo ormai l’avrete notato. Tra questi miei idoli figura tra i più famosi Annie Lennox. Dico che è tra i più famosi ma in realtà questo nome agli adolescenti spesso non dice nulla, a meno che non si faccia il nome del brano Sweet Dreams, cantato con gli Eurythmics, il gruppo di cui ha fatto parte, anche se capita che i miei coetanei conoscano in realtà la versione di Marylin Manson. A far risvegliare in me la voglia di riascoltare Annie Lennox è stato un articolo letto su un altro blog (qui, per la precisione). Stavo scorrendo i titoli quando vedo scritto “Annie Lennox”, è stato come se avessi visto dopo anni il nome di un’amica d’infanzia a cui ero legata ma di cui ho perso i contatti… vi capita mai? Leggere il nome di un qualcosa (in questo caso qualcuno) a cui sono tanto legata da considerare mio su un blog altrui, scritto da qualcuno di sconosciuto. Allora, come facevo da piccola, sono corsa da papà.

«C’è l’hai Medusa, Annie Lennox?»
«E me lo chiedi, pure? Certo!»
«Lo voglio sentire!»

Ecco che allora papà mette, con un sorrisetto, il CD nel lettore. La voce di Annie Lennox esce dalle casse, entra dentro di me e la sento. Sì, la sento. Ci sono cose che si sentono e cose che si sentono. Il che è del tutto diverso perché in questo caso qualcosa dentro di me è scattato e mi sono messa piangere commossa: il primo brano è No more I love you’s, che è stata la mia prima canzone preferita. Fino ai dieci anni circa se mi si chiedeva quale fosse la mia canzone preferita rispondevo senza esitare: «No more I love you’s!» Se dico che era la mia canzone preferita significa che non era semplicemente un “mi piace più di altre” ma che le ero, e sono tutt’ora, profondamente legata per vari motivi. Era la mia canzone.

Ho deciso di condividerla con voi anche se per me è molto personale, quindi… ecco… trattamela con rispetto, d’accordo?

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